Il Teatro è il mio mestiere.
Autore, regista, attore. Ovvero, invento e scrivo storie, e poi le metto in scena. Cerco paradigmi, sfondo e indago realtà poetiche, mi allargo in quotidiane fantasie, e nude cronache, calzando sempre scarpe in cui etica ed estetica hanno egual misura.
Diplomato col pomposo titolo di “Attore di prosa” alla Scuola di Teatro di Bologna, ho faticato nelle Compagnie di giro e negli Stabili italiani, tra cui il Teatro di Roma, con Marco Baliani, Giampiero Solari, Saverio Marconi, e tanto altro, molto divertendomi, altre volte annoiandomi e sfinendomi in tournèe di cui ricordo solo pizzerie, alberghi e chilometri.
Quando capisco, che l’attor giovane di bell’aspetto che sono, viene sistematicamente imbruttito tramite parrucche con calvizie a riporto, gobbe posticce, tute fluorescenti da improbabili astronauti, vanificando i doni di madre natura, capisco allo specchio che è il momento di cimentarmi sul palcoscenico con una mia propria scrittura e con miei spettacoli. Che almeno mi somigliassero un poco!
Nel 2003 dirigo la drammaturgia e la prima regia di una grande produzione:
CORPO DI GUERRA per trenta artisti: attori, musicisti, e danzatori. Comincio a prender gusto nel dirigere masse di giovani artisti in scena, e di seguito produco una trilogia della memoria: MARZO ’44, A PIERPA’, e RADIO PAZ.
E’ in quel periodo, nei primi anni del millennio, che la mia attività di pedagogia teatrale diventa molto intensa, e per chiudere definitivamente i conti con la mia tardo-adolescenza, casco a fondo nel mondo degli adolescenti, con un grosso progetto di Scuola Teatro, L’ARTE DELL’INCONTRO, che dura ben nove anni. Da quella esperienza nasce Scarpagnante, un monologo, liberamente tratto dal romanzo “Saltatempo” di Stefano Benni, con la supervisione dell’autore stesso, che a dire il vero, diverte moltissimo anche me, ogni volta, a fare il sedicenne. Ed ancora oggi , dopo 15 anni di repliche, c’è chi si ostina a richiedermi Scarpagnante.
Chiusa la fase tardo-adolescenziale, ma mica del tutto, che agli artisti quella porta occorre sempre un poco aperta, comincio una ricerca sul rapporto tra teatro e mondo del lavoro.
Nel 2007, poco prima che accadesse la tragedia della Thiessen, interpreto a teatro e dentro le fabbriche, un operaio, nello spettacolo pluripremiato VITA D’ADRIANO –memorie di un operaio nella neve (100 repliche).
Nel 2010, poi, rovescio la medaglia della storia, e divento un grande capitano d’industria in MATTEI PETROLIO E FANGO. Lo spettacolo che racconta vita, grandi opere e misteriosa morte de “l’italiano più potente dai tempi di Giulio Cesare”, è ancora oggi tra i miei lavori più richiesti.
Nel 2015 completo la mia trilogia“per un teatro del lavoro”con FISSO’ ARMONIKOS – UOMINI E FISARMONICHE, e metto stavolta al centro del racconto il mondo degli artisti che producono, gli artigiani, i fabbricatori di strumenti musicali, ribaltando i codici del cosiddetto teatro civile, moltiplicandone le formule espressive, cercando sulla strada quell’anima nobile e popolare che la fisarmonica incarna. Per raccontare l’arte degli umili.
Nel 2016 debutto con uno spettacolo, la cui gestazione è durata anni: CORPUS PASOLINI, il corpo di un poeta civile. Credo che la parola ed il corpo di Pasolini in questo spettacolo, sono stati forse l’impegno ed il rischio più grande che mi sono preso come attore.
Nella stagione 2018-19 debutto a Milano con il nuovo spettacolo LA TERRA TREMANO.
In mezzo a tutto questo, ho diretto per venti anni il festival internazionale d’arte ESTEUROPAOVEST.
Da sette anni dirigo il RIVE festival a Civitanova Marche.
Nell’estate del 2019 dirigo LA TERRA TREMANO Festival, un progetto artistico meraviglioso, la cosa più significativa, incredibile e folle che io abbia mai realizzato, in dieci Comuni devastati dal terremoto, dentro al cratere sismico del centro Italia.
Ma questa è già cronaca di oggi.
Il Teatro è il mio mestiere.
Autore, regista, attore. Ovvero, invento e scrivo storie, e poi le metto in scena. Cerco paradigmi, sfondo e indago realtà poetiche, mi allargo in quotidiane fantasie, e nude cronache, calzando sempre scarpe in cui etica ed estetica hanno egual misura.
Diplomato col pomposo titolo di “Attore di prosa” alla Scuola di Teatro di Bologna, ho faticato nelle Compagnie di giro e negli Stabili italiani, tra cui il Teatro di Roma, con Marco Baliani, Giampiero Solari, Saverio Marconi, e tanto altro, molto divertendomi, altre volte annoiandomi e sfinendomi in tournèe di cui ricordo solo pizzerie, alberghi e chilometri.
Quando capisco, che l’attor giovane di bell’aspetto che sono, viene sistematicamente imbruttito tramite parrucche con calvizie a riporto, gobbe posticce, tute fluorescenti da improbabili astronauti, vanificando i doni di madre natura, capisco allo specchio che è il momento di cimentarmi sul palcoscenico con una mia propria scrittura e con miei spettacoli. Che almeno mi somigliassero un poco!
Nel 2003 dirigo la drammaturgia e la prima regia di una grande produzione:
CORPO DI GUERRA per trenta artisti: attori, musicisti, e danzatori. Comincio a prender gusto nel dirigere masse di giovani artisti in scena, e di seguito produco una trilogia della memoria: MARZO ’44, A PIERPA’, e RADIO PAZ.
E’ in quel periodo, nei primi anni del millennio, che la mia attività di pedagogia teatrale diventa molto intensa, e per chiudere definitivamente i conti con la mia tardo-adolescenza, casco a fondo nel mondo degli adolescenti, con un grosso progetto di Scuola Teatro, L’ARTE DELL’INCONTRO, che dura ben nove anni. Da quella esperienza nasce Scarpagnante, un monologo, liberamente tratto dal romanzo “Saltatempo” di Stefano Benni, con la supervisione dell’autore stesso, che a dire il vero, diverte moltissimo anche me, ogni volta, a fare il sedicenne. Ed ancora oggi , dopo 15 anni di repliche, c’è chi si ostina a richiedermi Scarpagnante.
Chiusa la fase tardo-adolescenziale, ma mica del tutto, che agli artisti quella porta occorre sempre un poco aperta, comincio una ricerca sul rapporto tra teatro e mondo del lavoro.
Nel 2007, poco prima che accadesse la tragedia della Thiessen, interpreto a teatro e dentro le fabbriche, un operaio, nello spettacolo pluripremiato VITA D’ADRIANO –memorie di un operaio nella neve (100 repliche).
Nel 2010, poi, rovescio la medaglia della storia, e divento un grande capitano d’industria in MATTEI PETROLIO E FANGO. Lo spettacolo che racconta vita, grandi opere e misteriosa morte de “l’italiano più potente dai tempi di Giulio Cesare”, è ancora oggi tra i miei lavori più richiesti.
Nel 2015 completo la mia trilogia“per un teatro del lavoro”con FISSO’ ARMONIKOS – UOMINI E FISARMONICHE, e metto stavolta al centro del racconto il mondo degli artisti che producono, gli artigiani, i fabbricatori di strumenti musicali, ribaltando i codici del cosiddetto teatro civile, moltiplicandone le formule espressive, cercando sulla strada quell’anima nobile e popolare che la fisarmonica incarna. Per raccontare l’arte degli umili.
Nel 2016 debutto con uno spettacolo, la cui gestazione è durata anni: CORPUS PASOLINI, il corpo di un poeta civile. Credo che la parola ed il corpo di Pasolini in questo spettacolo, sono stati forse l’impegno ed il rischio più grande che mi sono preso come attore.
Nella stagione 2018-19 debutto a Milano con il nuovo spettacolo LA TERRA TREMANO.
In mezzo a tutto questo, ho diretto per venti anni il festival internazionale d’arte ESTEUROPAOVEST.
Da sette anni dirigo il RIVE festival a Civitanova Marche.
Nell’estate del 2019 dirigo LA TERRA TREMANO Festival, un progetto artistico meraviglioso, la cosa più significativa, incredibile e folle che io abbia mai realizzato, in dieci Comuni devastati dal terremoto, dentro al cratere sismico del centro Italia.
Ma questa è già cronaca di oggi.