Fissò Armonikòs
2014
Lo spettacolo
È uno spettacolo sull’umanità.
È uno spettacolo sulla passione.
È uno spettacolo sulla musica.
E sullo strumento più popolare e totale, la fisarmonica.
Epico, scientifico, esilarante e commovente, si muove sui tasti di un accordion, usando più registri teatrali: comico-circense, narrazione civile, fiaba popolare, patafisica scientifica, teatro-canzone, cabaret musicale.
Amore e morte, giorni di lavoro e giorni di festa, povertà e ricchezza, teatro e musica, un piatto di lacrime, un piatto di riso.
A dar soffio al racconto, o al sogno, è sempre la fisarmonica, orchestra dei poveri.
E gli artisti inventori che ne hanno creato i suoni.
È la storia di una grande famiglia, in due secoli: dal 1815 al 2015.
Falegnami, poi costruttori. Infine suonatori.
In mezzo alle botteghe artigiane viennesi, ai funerali di Beethoven, alle battaglie risorgimentali di Garibaldi, alle scoperte musicali dei contadini dell’800, tra il popolo di Giuseppe Verdi.
Dentro c’è l’ epopea del primo fabbricatore Paolo Soprani, ci sono le bibliche migrazioni verso le Americhe, con la più terribile tragedia mineraria nella storia del lavoro italiano.
Il ‘900 musicale, il boom della fisarmonica, archetipo femminile, strumento da stringere al petto, orchestra ambulante, suono viaggiante che conquista il mondo dello spettacolo con i tangos argentini e la musica da film: Hollywood e Piazzolla.
Gli echi del tanz-teater di Pina Bausch.
Edith Piaf che canta il suo disperato amore ad un accordeoniste.
Il mondo dei circhi di periferia. Le balere da liscio di riviera.
Chi, ancora oggi, lavora in punta d’orecchio, e fabbrica suoni.
E c’è un soffio. Che non si estingue.
Una favola sentimentale, che fa ridere, commuovere, stupire, e invita lo spettatore a ballare i propri sogni on the road, che dall’Italia arriva alle strade d’Europa, e poi di là, fino alle Americhe.
Alla ricerca di quella magica scatola musicale, e degli incredibili suonatori che l’hanno amata.
E continuano ad abbracciarla.
Appassionatamente.