Vita d’Adriano<br>2007

Vita d’Adriano
2007

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Lo spettacolo

E’ la storia di una fabbrica.
E’ la storia di un operaio.
E’ la storia di due compagni, che insieme, attraversano la storia di mezzo ‘900.
E aspettano.
E’ la storia di un’attesa. Di un treno. Un treno senza orario.

La Officine Meccaniche Cecchetti di Civitanova Marche è stata una delle più importanti fabbriche italiane per la costruzione e la riparazione di carri e carrozze ferroviarie.
Raccontare della Cecchetti vuol dire parlare del lavoro di fabbrica di tutto il ‘900 italiano: le condizioni di lavoro, la presa di coscienza di appartenere ad una “classe”, quella dei “cecchettari”, i pericoli e gli incidenti sul lavoro, gli scioperi, i licenziamenti, la chiusura, avvenuta nel 1994, per mancanza di commesse a causa di una presenza terribile all’interno della Fabbrica, l’amianto. L’amianto veniva abbondantemente usato all’interno della Cecchetti per coibentare le carrozze feroviarie.
Ed è proprio sull’amianto, dopo aver fatto un lungo periodo di ricerca ed intervistato molti ex operai, che abbiamo focalizzato la nostra attenzione per scrivere questo nuovo monologo.
Gli operai della Cecchetti hanno perso il posto di lavoro, hanno visto radere al suolo la fabbrica e la loro memoria per far posto al nuovo che avanza – un centro commerciale – e si ritrovano oggi con un bel regalo nei polmoni: amianto. Che non smette mai di lavorare, e come una bomba ad orologeria, continua imperterrito il suo ticchettio.
Protagonista del racconto è un operaio di nome Adriano, che, ironia della sorte, si chiama come il suo padrone, Adriano Cecchetti, figura mitizzata di buona razza padrona.
E sono proprio i ricordi dell’operaio Adriano a scandire i ritmi e i tempi del racconto.
Ricordi, privi di toni nostalgici, che a momenti si tingono di comicità, in altri si asciugano fino a toccare una drammaticità assoluta. I treni, le rotaie, la fonderia, le chiacchiere negli spogliatoi, le cazzate dette per sfottersi e scacciare la fatica che ammazza, ed un sogno, il sogno più grande di tutti, quello del suo compagno boxeur: partecipare alle olimpiadi di Roma nel ’60.
E in questo doppio binario l’ Adriano operaio ci racconta la sua storia, da una mattina di guerra del 1940, quando lui tredicenne entra a lavorare in fabbrica, ad una mattina di oggi, quando si alza presto per andare dal medico.

  

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